09/08/2019

Dall’infortunio alla medaglia d’oro ai Campionati Europei di Atletica Leggera grazie all’Allenamento Funzionale

di Orazio Di Mauro
Indice

La mia esperienza nella Riabilitazione e Preparazione Atletica col Metodo WTA

Sono Masso-fisioterapista e Preparatore Atletico, lavoro a Milano nell’ambito della prevenzione posturale e della riabilitazione.
Sono sempre stato un grande appassionato di Sport, da ragazzo praticavo atletica leggera poi sono passato all’allenamento in palestra con pesistica e allenamento funzionale.
Reputo fondamentale aggiornare i miei studi di Anatomia, Fisiologia e Biomeccanica per cercare di identificare le vere problematiche dei miei pazienti e risolverle, applicando queste conoscenze anche sul mio lavoro come operatore sanitario in ambito riabilitativo perché credo che i protocolli tradizionali di lavoro fisioterapico siano limitanti nel lungo periodo.
Diventando Trainer WTA ho subito applicato il Metodo e la filosofia nel mio settore e da quel momento il mio modo di lavorare ed i risultati sono decisamente migliorati.
L’esperienza è stata al dir poco sorprendente, gli studi dietro alle metodiche di lavoro, gli esercizi e soprattuto le applicazioni sulla Biomeccanica umana son state per me illuminanti.
Dopo aver applicato la metodica su me stesso, (cosa fondamentale per diventare un bravo Trainer) ed aver appreso bene il Metodo WTA Functional Training® ed il Sistema R.C.F – Recupero Posturale e Post-traumatico®, ho iniziato ad impiegare la metodica sui miei clienti perché volevo che anche loro potessero ottenere i benefici e i miglioramenti che io stesso avevo constatato in prima persona arrivando a conoscere in profondità il proprio fisico e la necessità di ritornare ai movimenti primordiali.
I risultati ottenuti sono stati fino ad oggi molto soddisfacenti, lavorando sulle componenti quali le catene mio fasciali e il sistema propriocettivo, è possibile stimolare il sistema neuro motorio raggiungendo un ottimo riequilibrio posturale, aspetto fondamentale sul quale lavorare in fisioterapia ma spesso tralasciato da molti.
Il miglior risultato tra tutti, è stato raggiunto da una cliente in particolare, la campionessa di Atletica Leggera Barbara Martinelli.

Modello prestativo e richieste tecniche specifiche dell’Atletica Leggera

La Corsa Veloce è un settore dell’atletica leggera le cui distanze arrivano fino ai 400 metri, (dagli 800 ai 1500 per le mezzofondo) cioè un giro completo dell’anello di pista.
Velocità di reazione, capacità di accelerazione, potenza e coordinazione sono alcune delle qualità che il velocista deve possedere.
Alla partenza l’atleta assume una posizione raccolta, e in avvio, con il busto inclinato in avanti, cerca d’imprimere al proprio movimento una forte accelerazione. Con l’aumentare della velocità diminuiscono i tempi di spinta e aumentano quelli di volo.
L’apprendimento di una corretta Biomeccanica di corsa rappresenta un processo complesso e a lungo termine dipendente da fattori soggetti a costante evoluzione come forza, potenza, coordinazione, stabilità funzionale, abilità tecnica, ecc…
Partendo dal fatto che per un atleta l’obiettivo della prova è quello di produrre una grande quantità di velocità, ne consegue che la meccanica della corsa risulti efficiente in modo tale da poter consentire di produrre significative quantità di forza al momento del contatto al suolo.
Tuttavia, benché la produzione di velocità sia indubbiamente la chiave per ottenere eccellenti prestazioni nello sprint, con l’avanzare delle fasi della prova, si può osservare come la richiesta di forza necessaria per l’avanzamento diminuisca in proporzione all’aumentare della velocità.
Partendo da questi due punti fissi possono tuttavia essere individuati diversi altri aspetti che è opportuno tenere in considerazione tra cui la stabilizzazione del piede al momento del contatto al suolo.

La mia esperienza come Preparatore di Atletica Leggera

Lavorando in ambito riabilitativo, negli anni ho avuto modo di occuparmi di casi più o meno gravi di infortunio di atleti. Dal Body Building al Calcio, dal Ciclismo alla Corsa, le casistiche non sono mai mancate.
Molti atleti dopo alcune settimane dalla fase di riabilitazione e il rientro in società hanno rimanifestato le stesse problematiche ed in alcuni casi persino peggioramenti.
Questo è dovuto, a mio parere, a due fattori.
Il primo riguarda i protocolli di riabilitazione, troppo veloci ed approssimativi che la fisioterapia sportiva impone ai professionisti per poter rimettere l’atleta in gara il prima possibile, ed il secondo fattore è relativo alla preparazione fisica non adeguata fatta dagli atleti e spesso uniformata dai preparatori atletici.
A Gennaio 2019, ho conosciuto Barbara Martinelli dello Staff dell’Unione Sportiva San Vittore Olona 1906, dopo che lei stessa insieme al suo direttore tecnico e il suo fisioterapista, mi avevano contattato per sottopormi il suo caso di riabilitazione a seguito di una grave lesione al bicipite femorale dx e al tendine d’Achille che da oltre un anno la tenevano lontana dalle piste di atletica.
Dopo tanti mesi di riabilitazione e preparazione atletica i miglioramenti non arrivavano quindi venendo a conoscenza del mio lavoro con il Metodo WTA hanno deciso di contattarmi e provare.
Dopo un’attenta anamnesi posturale e una valutazione funzionale eseguite per strutturare il protocollo di allenamento iniziale, la mia proposta è stata quella di creare un protocollo di allenamento globale di Mobilità Articolare a corpo libero, applicando il Sistema Primitive Functional Movement® che, a differenza dello stretching tradizionale, ha fatto subito capire a Barbara i benefici del lavoro sulle catene mio-fasciali e sulla mobilità articolare che per anni aveva trascurato.
Ho riscontrato in lei come in molti atleti di corsa veloce che ho seguito, una notevole rigidità del cingolo scapolo-omerale-toracico con evidente intra-rotazione dell’omero ed un accorciamento della catena muscolare posteriore, con limitata mobilità delle anche e delle caviglie.
La problematica maggiore era una scarsa capacità di attivazione del Core che di conseguenza generava instabilità della colonna vertebrale, causandole problematiche di appiattimento del tratto lombare (annullamento della fisiologica lordosi lombare).
Il Core Training purtroppo è quasi assente nei protocolli classici di preparazione atletica, quindi ho pensato di dedicarvi una parte molto intensa nell’allenamento di Barbara con lo scopo di darle maggior stabilità del corpo nell’area centrale e maggior resistenza nel suo gesto atletico specifico.

La Programmazione dell'Allenamento per l’Atletica Leggera

Un atleta professionista è sottoposto ad un’intensità di lavoro molto alta, con più sessioni di allenamento ogni giorno oltre alle competizioni, rischiando durante la stagione di creare un iper-stress d’allenamento; bisogna essere molto chirurgici nell’organizzare i protocolli di allenamento calibrando intensità e volume, monitorando costantemente lo stato di forma e salute dell’atleta.
Nel caso specifico di Barbara ho dovuto analizzare l’infortunio dei muscoli ischio-crurali che rappresenta uno degli infortuni più comuni nella carriera di un atleta di corsa.
Bisogna valutare bene il ruolo svolto da questo gruppo muscolare nella corsa ad alta velocità, affinché l’allenamento possa minimizzare i fattori di rischio e le prestazioni dell’atleta.
Gli ischiocrurali sono muscoli bi-articolari (originano dalla tuberosità ischiatica e si inseriscono sulle porzioni prossimali di tibia e perone), pertanto si trovano a gestire il movimento di due articolazioni: l’anca e il ginocchio.
Sebbene l’azione degli ischiocrurali sarebbe principalmente la flessione del ginocchio, vi sono studi in cui si evince che durante la corsa ad alta velocità non compiono assolutamente questo genere di azione, infatti la fase in cui questi muscoli partecipano meno al ciclo del passo è proprio quella in cui il ginocchio si flette!
Questa evidenza ci porta a capire come allenare gli ischiocrurali con esercizi come leg curl o simili, dove l’enfasi dell’attività è posta sulla flessione del ginocchio, sia totalmente inutile e potenzialmente pericoloso; in quanto questo tipo di allenamento non è correlato con l’azione compiuta da un atleta durante uno sprint.
Quindi, qual’è il ruolo degli ischiocrurali durante la corsa? Essenzialmente sono due azioni:
1. nella fase di stance (si intende quell’arco temporale in cui il piede si trova a contatto con il terreno), generano una sorta di “trazione” tramite un’azione estensoria a livello dell’anca;
2. frenano la flessione dell’anca e l’estensione del ginocchio tramite una preattivazione di carattere eccentrico nell’ultima parte della fase di swing (si intende quel periodo in cui il piede rimane in volo).

Un esercizio mirato dovrà essenzialmente contenere almeno una delle azioni che questi muscoli compiono nella corsa, meglio entrambe, altrimenti si starà facendo un’esercitazione priva di significato.
Uno sprinter in grado di produrre un efficiente picco estensorio nella fase di stance e una rapida frenata dell’arto nella fase di swing, infatti, avrà sicuramente dei vantaggi rispetto ad un atleta di pari valore, ma non in grado di performare efficacemente questi due elementi.

Il Programma di Allenamento per l’atleta Barbara Martinelli

La programmazione che ho utilizzato inizialmente per Barbara Martinelli è stato abbinare il Sistema Primitive Functional Movement® e il Sistema R.C.F. – Recupero Posturale e Post- traumatico® per un primo Mesociclo composto da 4 settimane di carico più 1 settimana in scarico con l’obiettivo di recuperare la Mobilità Articolare generale e dell’area interessata (Bacino, Anche e Caviglie), attraverso le sequenze di lavoro con esercizi di Joint Mobility a corpo libero e col Flying Suspension Training.

 

Ho programmato il secondo Mesociclo da 5 settimane, per il riequilibrio della muscolatura, mantenimento della mobilità/stabilità, della propriocezione, della coordinazione neuro-muscolare e della forza del Core (nucleo centrale del corpo e collegamento dei fulcri articolari motori primari, cingolo scapolo-omerale e cingolo pelvico), attraverso esercizi di Joint Mobility, Primitive Functional Movement®, Flying Suspension e Kettlebell Training.

Per quanto riguarda la prevenzione degli infortuni, il Primitive Functional Movement® è risultato molto valido contribuendo ad un miglioramento generale della postura e della funzionalità delle catene mio-fasciali.

Barbara per tutto il periodo in cui è stata seguita da me ha mantenuto gli esercizi di Mobilità Articolare anche durante gli allenamenti tecnici di atletica, applicando i protocolli del Sistema R.C.F – Recupero Posturale e Post-traumatico®, utilizzandoli come Warm Up prima degli allenamenti di corsa e Cool Down dopo.

Per l’ultimo Mesociclo abbiamo seguito un lavoro per la Resistenza alla Velocità capacità principale richiesta nella sua disciplina.

Oggi Barbara è tornata a correre ed afferma l’importanza di aver integrato al suo programma di allenamento il WTA Functional Training®, e riconosce i progressi ottenuti con il lavoro sulla Mobilità Articolare con il Sistema Primitive Functional Movement® che le ha permesso un movimento più efficiente nella corsa, un miglioramento della stabilità delle articolazioni soprattutto dopo i passati infortuni, un incremento della Forza nelle gambe e molta più resistenza nel Core, rivelatosi decisivo nelle impegnative gare di 800m e 1500m proprio nella recente competizione a Torino in cui ha vinto la medaglia d’oro.

I risultati ottenuti da Barbara Martinelli nel 2019

• ITALIAN SILVER 800m SF50
Campionati Italiani Master 07 Luglio, Campi Bisenzio (Fi)

• EUROPEAN OLYMPIC CHAMPION GOLD 800m W50
European Master Games 29 Luglio – 02 Agosto, Torino (Italia)

• EUROPEAN OLYMPIC Silver 400m W50
European Master Games 29 Luglio – 02 Agosto, Torino (Italia)

• EUROPEAN OLYMPIC CHAMPION GOLD 1.500m W50
European Master Games 29 Luglio – 02 Agosto, Torino (Italia)

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